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Easter




In una cultura fortemente cristianizzata come la nostra, potrebbe sembrare strano che, per una festività come la Pasqua, vengano adottate rappresentazioni alquanto insolite per l'iconografia classica della Chiesa quali il coniglio e l'uovo.
In effetti questi simboli trovano difficile collocazione nell'ambito dei canoni figurativi della nostra religione e, per trovarne l'origine, bisogna tornare sino all'avvento della Cristianizzazione di popolazioni pagane, in particolare quelle del territorio ora Britannico.
Questo processo di conversione, però, dovette superarne una forte resistenza, essendovi già presente un'antica e radicata cultura per quel che concerneva gli aspetti magici-religiosi della vita quotidiana.
I primi monaci quindi non poterono cancellare del tutto determinate credenze e superstizioni ma, adottando una politica di compromesso, riuscirono lentamente ad integrarne alcune nel corpus delle tradizioni Cristiane, evitando così fratture troppo radicali.
Una delle testimonianze più evidenti di questi processi di assimilazione culturale, é proprio la ricorrenza pasquale nei territori anglosassoni.
Infatti lo spirito degli antichi festeggiamenti del periodo marzo/aprile, in onore di Easter (entità responsabile del risveglio della natura), venne fuso con il significato della Pasqua Cristiana, anch'essa simbolo di rinnovamento, tramandando tuttavia, con il nome del dio pagano, l'antica origine.
Per quel che riguarda invece i veri e propri simboli, bisogna considerare che queste culture pre-cristianizzate cercavano, nel comune manifestarsi della vita, segni che potessero incarnare le loro credenze.
Cosi, se la "pazza lepre di marzo" con la sua vivace attività, data dalla frenesia degli accoppiamenti, non poteva che essere assunta come simbolo di questo momento così carico di vita, l'uovo, invece, fu immesso nella rappresentazione per un grossolano errore zoologico!
Questo



 
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Edgardo Brun
1993