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l’Angelo dannato




frutto di mille visioni,
scritto in un solo respiro e mai più corretto


      Egli apparteneva ad una stirpe eletta, che si distingueva dalle altre schiere degli emissari del Regno per il vigore e la superiorità nell'intelletto; agli appartenenti a questa casta superiore era affidato compito più gravoso ed importante ossia mietere e raccogliere le anime dei mortali giunti al tempo del trapasso; essi venivano inviati a discendere sulla terra mortale operando individualmente il loro immenso potere.
      I Superni non volevano commettere il medesimo errore verificatosi col Prediletto, ad esso erano stati dati potere e prestigio tali da porlo sopra di ogni altro e ciò lo aveva portato al delirio per la brama di eguagliare il Sommo; divenuto incontrollabile ed incontrastabile aveva abbandonato il Regno per ascendere al rango Divino fondando il Regno Oscuro.
      A seguito di quel tragico evento coloro che si dimostravano superiori alla norma venivano inviati a compiere il proprio potere oltre i confini degli immortali; questo si considerava potesse allontanare ogni rischio.
      Fu durante le sue missioni ai mortali che Egli cominciò a mutare di espressione e di aspetto, la sua immagine radiosa diveniva ogni attimo più cupa, il suo sguardo luminoso si spegneva a poco a poco, il suo corpo possente appariva scavato e provato, la sua chioma dorata si ingrigiva, il piumaggio delle sue ali candide si scuriva, la sua voce era grave e carica di dolore. Divenne, col tempo, irriconoscibile agli occhi degli altri messaggeri del Regno, che cominciavano a nutrire dubbi e perplessità, ad avere paura di lui sospettando una sua inclinazione verso il popolo Oscuro.
      Il suo splendore andava oscurandosi



 
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Andrea Bressan
novembre 1999